Quella dell’apprendimento è un’area importante e variegata della nostra società. Sul piano scolastico e di formazione personale, ritrovarsi all’interno di un percorso “in salita”, modifica la percezione che abbiamo delle esperienze culturali, legate all’apprendimento.
Per questo, ogni volta che si presentano al clinico situazioni di giovani adolescenti con difficoltà dell’apprendimento, dobbiamo chiederci a quale/i risorsa/e possiamo attingere per aiutare il nostro/a giovane interlocutore/trice.
Prima forma di helping è la raccolta di dati anamnestici, seguita da una serie di colloqui conoscitivi che diano al clinico la possibilità di “conoscere”, di attivarsi sul piano fenomenologico, dando ampio spazio alla situazione di vita contingente, in modo da correlarla ad altri fattori, quali la fase evolutiva in cui si trova il giovane, le esperienze di accudimento pregresse con i propri familiari…
Seconda forma di presa in carico, l’utilizzo di questionari che possano indagare, non necessariamente la presenza o meno di un quadro di DSA, quanto aspetti emotivi legati all’apprendimento, alla conoscenza in senso più ampio.
Di fatto, le teorie di matrice psicodinamica, sostengono che alla base di difficoltà di apprendimento, vi possano essere serii blocchi emotivi (dovuti ad esperienze accumulate nelle proprio bagaglio intra-psichico) che non consentono una fluidità mentale in grado di apprendere i nuovi contenuti in modo consono e proficuo.
Per questo meriterebbe pensare di inviare la proprio figlia/o ad un professionista competente sul piano evolutivo e accorto/a nei riguardi di quelli sono i possibili scenari legati ad aspetti di difunzionamento sul piano cognitivo.