Perfezionismo: impedimento o risorsa?
Il termine “perfezionismo” può avere due letture,
Da un lato, è definito come “un’aspirazione, talvolta eccessiva, a raggiungere la perfezione, nella propria vita o nel proprio lavoro”; dall’altro, è “una tendenza ossessiva, che impedisce all’individuo di realizzare qualcosa, per eccesso di narcisismo o autocritica”.
Il perfezionismo può essere quindi visto come un ostacolo o una risorsa, a seconda di come la persona ha imparato a convivere con questa caratteristica di personalità.
Vediamo quali possono essere i 10 tratti del cosiddetto perfezionista
- Precisione
La precisione si può annoverare fra le caratteristiche positive del perfezionista. Egli, infatti, è meticoloso, accurato, attento ai dettagli e ciò gli permette di raggiungere risultati eccellenti.
Attenzione però: chi è eccessivamente preciso rischia di perdere tempo, concentrandosi su particolari inutili.
- Determinazione
Una persona che mira alla perfezione è anche molto determinata nel raggiungere dei propri obiettivi. È organizzata e tenace, orientata alla prestazione, vuole che i propri successi siano riconosciuti.
Attenzione: può arrivare a dipendere eccessivamente dal risultato e dall’approvazione degli altri.
- Ambizione
Il successo è la misura del suo impegno, per questo tende a voler superare sempre se stesso. L’ambizione è il carburante che gli consente di raggiungere mete elevate.
Il rischio è quello di non accontentarsi, di non godersi ciò che raggiunge e di vivere una continua frustrazione.
- Responsabilità
Determinazione, ambizione e precisione, fanno del perfezionista un individuo responsabile, di cui potersi fidare. Raggiungere l’obiettivo è per lui il compito fondamentale, sia nel lavoro che nella vita privata.
Un difetto: tende a voler fare tutto da solo, perché non si fida degli altri o perché non li reputa alla sua altezza.
- Pignoleria
La precisione diventa un limite quando si trasforma in pignoleria. Il rischio è quello di trasformare un compito in ossessione.
Essere eccessivamente puntiglioso, può portare il perfezionista a non completare affatto un lavoro o a trascurare gli altri aspetti della propria vita.
- Eccellenza
Mirare all’eccellenza è motivante e sprona al continuo miglioramento.
Nella versione estrema, il perfezionista è ostinato a perseguire risultati eccellenti secondo standard irragionevoli. Non riconosce i propri limiti, è ansioso e rigido, teso a produrre una prestazione senza sbavature.
Anche questo atteggiamento, se esasperato, può portare allo sviluppo di un’ossessione.
- Dipendenza
Alla base del comportamento del perfezionista, c’è una forte dipendenza dall’approvazione altrui. Si preoccupa di essere riconosciuto per le sue doti e lodato, di soddisfare le loro aspettative.
È spaventato dalla possibilità di commettere errori, che vede come macchie e non come possibilità per crescere.
- Controllo
Il perfezionista non è abituato ad esprimere le proprie emozioni, ma solo a fornire prestazioni. Ha imparato ad essere apprezzato per quello che fa e non per quello che è.
Per questo motivo, appare freddo e distaccato, cerca di contenere le emozioni perché le considera d’intralcio.
- Autocritica
Il giudizio che il perfezionista ha di se stesso è sempre critico. Egli crede di non fare mai abbastanza, si punisce per gli errori invece di imparare da essi.
Non si accetta ed è sempre insicuro, lo spettro del fallimento lo immobilizza. Allo stesso modo, anche nei confronti degli altri è molto giudicante.
- Insoddisfazione
Se il perfezionista non impara ad apprezzare i propri successi, oltre che a raggiungerli, non sarà mai soddisfatto di sé.
Spesso, infatti, si sente frustrato dal fatto che poteva fare ancora meglio. In questo modo, non riuscirà mai ad accettarsi e a sentirsi veramente realizzato.