L’adolescenza è da sempre un periodo di tempesta e crescita, un ponte tra l’infanzia e l’età adulta, costellato di scoperte, ribellioni e la costruzione di un’identità autonoma. Tuttavia, l’osservazione clinica e la nostra esperienza quotidiana ci suggeriscono che gli adolescenti di oggi sembrano manifestare una fragilità emotiva e psicologica più marcata rispetto alle generazioni precedenti. Ma quali sono le radici di questa vulnerabilità in un’epoca così complessa? La psicoterapia psicodinamica offre strumenti preziosi per sondare le profondità di questa realtà.
La Società Liquida e l’Identità in Costruzione
Zygmunt Bauman ci ha parlato di “società liquida”, e mai come ora questa definizione appare calzante per descrivere il contesto in cui i nostri adolescenti si stanno formando. Tutto è fluido, incerto, precario: le relazioni, il lavoro, i valori. In un mondo che cambia a velocità vertiginosa, dove le tradizionali guide e punti di riferimento sembrano svanire, l’adolescente si trova a dover costruire la propria identità su un terreno instabile.
Dal punto di vista psicodinamico, la fase adolescenziale è cruciale per la rielaborazione dei conflitti infantili e la strutturazione di un Sé coeso. Se il Sé emerge da un processo dialettico tra il mondo interno e quello esterno, la mancanza di confini chiari e la sovrabbondanza di stimoli spesso frammentati possono ostacolare questa integrazione. L’adolescente può sentirsi smarrito, senza una bussola interna che lo guidi, portando a stati di ansia, confusione e insicurezza.
Il Ruolo dei Social Media: Uno Specchio Deformante
Non si può parlare di fragilità adolescenziale senza affrontare il tema dei social media. Questi strumenti, se da un lato offrono opportunità di connessione e condivisione, dall’altro possono agire come potenti catalizzatori di angoscia e insoddisfazione.
In ottica psicodinamica, i social media possono diventare un “oggetto transizionale” disfunzionale. Winnicott ci ha insegnato l’importanza di questi oggetti nell’aiutare il bambino a differenziare il Sé dal non-Sé. Ma se i social diventano il principale contenitore delle proiezioni e delle identificazioni, il rischio è che l’immagine proiettata e l’approvazione esterna (i “like”) sostituiscano il processo interno di validazione e autostima. La costante esposizione a vite altrui, spesso idealizzate e filtrate, genera un incessante confronto che alimenta sentimenti di inadeguatezza, invidia e FOMO (Fear Of Missing Out). La costruzione di un “falso Sé” online, finalizzato all’approvazione, può impoverire il vero Sé e rendere l’adolescente estremamente vulnerabile alle critiche e al giudizio altrui.
La Pressione alla Performance e la Crisi della Latitudine
Un altro fattore determinante è la crescente pressione alla performance. Gli adolescenti di oggi sono bombardati da aspettative elevate, sia a livello scolastico che sociale. Devono essere brillanti, popolari, di successo, sempre connessi e sempre “sul pezzo”. Questa cultura della performance può portare a una iper-investimento nell’immagine esterna e a una repressione delle proprie vulnerabilità.
La psicodinamica ci insegna che l’accettazione dei propri limiti e delle proprie fragilità è fondamentale per una sana crescita. Se un adolescente non sperimenta uno spazio in cui poter sbagliare, esplorare, esprimere liberamente le proprie emozioni (anche quelle “negative”) senza il timore del giudizio, il suo mondo interno si impoverisce. La capacità di “regredire al servizio dell’Io”, ovvero di permettersi momenti di riflessione e rielaborazione interiore, viene soffocata dalla necessità di essere costantemente all’altezza. Questo può sfociare in disturbi d’ansia, attacchi di panico, somatizzazioni e, nei casi più gravi, in forme di ritiro sociale o autolesionismo.
Il Ruolo Terapeutico: Contenere, Comprendere, Costruire
Di fronte a questa fragilità emergente, il ruolo della psicoterapia psicodinamica diventa ancora più cruciale. L’obiettivo non è “curare” la fragilità, ma accoglierla come un segnale, un’opportunità per comprendere i conflitti sottostanti e aiutare l’adolescente a costruire un Sé più solido e resiliente.
Attraverso la relazione terapeutica, si offre uno spazio sicuro e contenitivo in cui l’adolescente può esplorare le proprie paure, angosce e desideri più profondi. Si lavora sull’integrazione delle diverse parti del Sé, sulla capacità di mentalizzare le proprie esperienze emotive e su un’autentica accettazione di sé. Il terapeuta funge da “oggetto transizionale” buono, un contenitore affidabile che aiuta l’adolescente a tollerare l’incertezza e a sviluppare strumenti interni per affrontare le sfide della vita.
In un’epoca di incertezze e trasformazioni rapide, comprendere la fragilità degli adolescenti con una lente psicodinamica significa riconoscere la complessità del loro mondo interno ed esterno, offrendo loro un percorso verso una maggiore consapevolezza, autonomia e benessere. È un investimento non solo nel loro futuro, ma nel futuro della nostra società stessa.