Tutti rimandano le cose a volte, ma i procrastinatori evitano cronicamente i compiti difficili e possono cercare deliberatamente delle distrazioni. La procrastinazione tende a riflettere le lotte di una persona con l’autocontrollo. Per i procrastinatori abituali, che rappresentano circa il 20% della popolazione, il “non ne ho voglia” ha la precedenza sui loro obiettivi o responsabilità, e può metterli in una spirale di emozioni negative che scoraggiano ulteriormente gli sforzi futuri.
La procrastinazione comporta anche un certo grado di auto-inganno: Ad un certo livello, i procrastinatori sono consapevoli delle loro azioni e delle conseguenze, ma cambiare le loro abitudini richiede uno sforzo ancora maggiore rispetto al completamento del compito di fronte a loro.
I procrastinatori sono spesso dei perfezionisti, per i quali può essere psicologicamente più accettabile non affrontare mai un lavoro piuttosto che affrontare la possibilità di non farlo bene. Possono essere così preoccupati di ciò che gli altri penseranno di loro che mettono a rischio il loro futuro per evitare il giudizio.
Alcuni procrastinatori sostengono di lavorare meglio sotto pressione, ma mentre possono essere in grado di convincersi di questo, la ricerca dimostra che generalmente non è così; invece, possono avere l’abitudine di lavorare all’ultimo minuto per provare l’euforia di aver apparentemente superato le probabilità.
Perché procrastino?
La procrastinazione è guidata da una varietà di pensieri e abitudini, ma fondamentalmente, evitiamo i compiti o li rimandiamo perché non crediamo che ci piacerà farli, e vogliamo evitare di renderci infelici, o abbiamo paura di non farli bene. Le persone possono anche procrastinare quando sono confuse dalla complessità di un compito (come la compilazione delle tasse) o quando sono eccessivamente distratte o affaticate.
Quali sono le radici psicologiche della procrastinazione?
Gli psicologi hanno identificato varie cause di procrastinazione, dalla bassa fiducia in se stessi all’ansia, alla mancanza di struttura e, semplicemente, all’incapacità di motivarsi a completare compiti spiacevoli. La ricerca ha anche dimostrato che la procrastinazione è strettamente legata alla ruminazione, o al fissarsi su pensieri negativi.
Procrastinare può alleviare la pressione del momento, ma può avere costi emotivi, fisici e pratici molto elevati. Gli studenti che procrastinano abitualmente tendono a ottenere voti più bassi, i lavoratori che procrastinano producono un lavoro di qualità inferiore e, in generale, i procrastinatori abituali possono sperimentare un benessere ridotto sotto forma di insonnia o disturbi del sistema immunitario e gastrointestinale. La procrastinazione può anche mettere in pericolo le relazioni personali e professionali.
Procrastinare fa male alla salute?
Procrastinare quando si tratta della propria salute – rimandando l’esercizio fisico e le visite di controllo, e non riuscendo a impegnarsi in un’alimentazione sana – può portare a un rischio maggiore di ipertensione e malattie cardiovascolari. I procrastinatori sono anche più propensi a impegnarsi in auto-colpevolizzazione e disimpegnarsi da consigli di benessere, suggerendo che coltivare una maggiore auto-compassione potrebbe aiutare tali individui iniziare a prendersi più cura di se stessi.
C’è un legame tra procrastinazione e depressione?
Procrastinazione, evitamento e ruminazione sono tutti sintomi comuni della depressione. Le persone con la depressione possono lottare per pianificare in anticipo, perdere la fiducia nella loro capacità di andare avanti, e adottare il pensiero del “che senso ha”. L’approccio terapeutico noto come attivazione comportamentale, in cui si programmano attività piacevoli che danno un senso di padronanza o di realizzazione, può aiutare ad alleviare alcuni di questi effetti.