L’Autismo è una delle patologie più a lungo studiate e di cui, ancora oggi, non si conoscono in modo certo ed accurato le cause sottostanti. Numerose ricerche hanno, nel tempo, suggerito la concomitanza di cause ambientali e di cause genetiche.
La gran parte dei ragazzi affetti da Autismo riportano, tuttavia, una peculiarità ovvero il fatto di trovarsi in una condizione di “isolamento perpetuo” rispetto alla realtà esterna a loro vicina. L’ipotesi seguita da alcuni scienziati italiani e non, è quella di aver riscontrato, tramite esami specifici, una assenza dei cosiddetti neuroni specchio che invece promuovono un processo di rispecchiamento nell’altro soggetto che sta per compiere o che sta compiendo un’azione.
Altra peculiarità associata all’ambiente familiare del ragazzo autistico è la presenza di una figura di attaccamento che sembra non fornire adeguate cure in grado di soddisfare le richieste del figlio nella fase dello sviluppo. Si è parlato in passato, a proposito di questo, di madri-frigorifero. Più recenti studi, tuttavia, hanno messo in discussione la tesi delle “madri-frigorifero”, considerandola riduttiva e priva di un reale riscontro oggettivo.
Nell’area della Psicoterapia Psicodinamica dell’Adolescenza, il trattamento di ragazzi affetti da autismo, consiste nel facilitare il più possibile una presa di autonomia del ragazzo, nel comunicare con lui/lei in modo spontaneo e rassicurante, nell’incentivare meccanismi di identificazione e di sostegno nei confronti dell’Io del giovane paziente. E’ necessario dunque strutturare un percorso di cura basato sul contenimento di certi tratti comportamentali distorti, avvicinandosi al canale emozionale che può fornire indicazioni preziose sul decorso della terapia.