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Molti soggetti, di entrambi i sessi ed in particolari condizioni psicologiche, non riescono a riconoscere a se stessi meriti e valutazioni positive. Perche’? Cosa scatta dal punto di vista psicologico dentro di loro? Proviamo a tracciare un percorso logico (o meglio psico-logico) che possa dare spiegazioni esaustive: innanzitutto i livelli di autostima variano da soggetto a soggetto. Possiamo incontrare nei nostri studi soggetti con una carente, se non autosvalutante percezione di se’, ma anche soggetti “ipertrofici” che non accettano di sottoporsi ad alcun tipo di critica, proprio in virtu’ del fatto che sopravvalutano la propria persona, le proprie capacita’, ecc…

Come puo’ intervenire lo Psicoterapeuta?

In primo luogo riducendo i livelli di stress causati, ad esempio, da una scarsa autostima e attivando risorse interne all’individuo che lo rendano consapevole delle proprie difficolta’.

In seconda battuta stimolare l’individuo affinche’ elabori, nel tempo, una “nuova immagine” di se’ scevra da sensi di colpa, svalutazione del se’, ecc…

Perche’ e’ importante affrontare questi livelli di disagio?

Riuscire a rintracciare e a prendere contatto con una soggettivita’ diversa e piu’ funzionale, e’ senz’altro un primo punto cui porre attenzione. Il clinico sa bene quanto questo e’ complesso, fonte di sofferenza e di stati di disagio. Tuttavia e’ necessario, con l’aiuto di un esperto, modulare un intervento proficuo che “normalizzi” la situazione critica in corso in quel dato momento.

 

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