Come Psicologi e Psicoterapeuti ci troviamo spesso a valutare la frequenza e l’ intensità rispetto ad episodi traumatici accaduti in età evolutiva. Molteplici test sono di aiuto nel diagnosticare tali quadri patologici, come ad esempio il Test di Cohen (che valuta, nelle sottoscale, la trascuratezza, il rifiuto, l’inversione di ruolo, l’abuso fisico, la violenza domestica assistita da parte della figura paterna, ecc….). Il fattore “trauma” determina un vissuto di angoscia e di dolore che influisce sui MOI (Modelli operativi interni) del soggetto, determinando uno stile di attaccamento, il più delle volte, di tipo Disorganizzato.
Cosa intendiamo per esperienze traumatiche precoci?
Il più delle volte le persone ricercano aiuto nel tentativo di trovare una soluzione efficace ai loro problemi. Ciò senza porsi, quasi mai, quale può essere o quali possono esseri i fattori o le esperienze sottostanti a tale malessere.
Nell’arco di vita di ogni persona si intersecano una serie di vissuti più o meno consci all’individuo che hanno contribuito a strutturare uno stile di vita, una tipologia del carattere, una modalità (spesso egodistonica) di affrontare relazioni ed esperienze della propria di vita di soggetti adulti.
Il fattore relativo alla precocità con la quale certe esperienze si verificano, non è da sottovalutare. E’ bene premettere che l’individuo comincia a ricordare episodi della propria vita ad un’età che oscilla tra i tre e i quattro anni. Prima di allora è difficile che si possano avere ricordi nitidi e netti.
Il vissuto di ogni soggetto è, quantunque veritiero, soggetto a rielaborazioni proprie che possono talvolta distorcerne la trama, il significato.
Perchè è fondamentale porre in atto una rielaborazione delle proprie esperienze di vita?
Da studi effettuati in doppio cieco si è visto come le esperienze traumatiche precoci in età infantile siano da considerarsi fattori di rischio per lo strutturarsi di gravi patologie in età adulta.
Il concetto di prevenzione primaria ri-capitola ciò che ci auspicheremmo da una presa in carico precoce di persone con vissuti dolorosi e traumatici, proprio perchè prima si interviene, più alta è la percentuale di riuscita in favore di una non patologizzazione in età adulta.
Sebbene, in Italia, e in altri paesi europei, ciò sia ormai del tutto assodato, in una percentuale di casi questi protocolli non vengono messi in opera.
L’intervento dello Psicoterapeuta talvolta è tardivo e, in quei casi, il lavoro risulta più complesso e variegato.
Poniamo, quindi attenzione, ai soggetti in età evolutiva affinchè si possa intervenire per tempo e con strumenti affidabili.