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Molto spesso mi trovo davanti a persone con disturbi d’ansia talmente evidenti che non è necessario fare più di tre colloqui di valutazione per rendersene conto.

L’ansia diventa, per queste persone, una vera e propria ossessione. Molti di loro riferiscono: “l’ansia mi divora”. E in effetti è proprio così. Imparare a gestire l’ansia per certe persone è una sfida importante.

Se però ci addentriamo in quelli che sono i più conosciuti disturbi d’ansia, troviamo il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), il quale si caratterizza proprio per la presenza di pensieri ossessivi (ossessioni) e rituali rigidi (compulsioni). Questi ultimi altro non sono che tentativi della persona di ridurre l’angoscia. Il soggetti che soffre di un DOC vive una serie di preoccupazioni inconsce, inclusa quella di una imminente perdita di controllo.

Nella clinica si ricontrano, infatti, casi di persone che si sentono inconsciamente colpevoli di pensieri criminosi che possono perseguitarli sottoforma di immagini o idee persecutorie.

In linea di massima, la psicoterapia psicodinamica per questi soggetti è importante proprio perchè aiuta il soggetto a elaborare vissuti traumatici, di perdita che hanno scatenato una grave angoscia. Alcune ossessioni e compulsioni possono quindi andare incontro a remissione nella maggioranza dei casi.

La persona che soffre di Doc può cadere in preda di un terrore diffuso esplicitato da una sintomatologia che racchiude rituali ossessivi e un andamento compulsivo. La sintomatologia crea un impedimento non di poco conto al soggetto che vede la sua vita andare letteralmente in frantumi. I giovani adolescenti che soffrono di questo disturbo riferiscono di “voler convivere con quei rituali perchè fanno loro compagnia”. L’approccio psicodinamico che, talune volte, può essere affiancato da un supporto farmacologico, lavora proprio sulla rievocazione di ricordi e vissuti dolorosi per il soggetto (perdite, traumi, assenze..). Il processo è costantemente “in progress”, in quanto la terapia è tesa recuperare quelle funzioni dell’Io del paziente che sono state, col passare del tempo, annullate.

E’ un buon proposito, quindi, quello di rivolgersi ad un professionista o ad un centro clinico per la risoluzione del DOC.

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