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Ciò che immaginiamo – che pensiamo di udire o vedere “nella nostra testa” – può alterare la nostra percezione della realtà. A dimostrarlo è uno studio condotto da due ricercatori del Karolinska Institut, Christopher Berger e H. Henrik Ehrsson, che ne descrivono i risultati in un articolo pubblicato sulla rivista “Current Biology”.

“Spesso pensiamo a ciò che immaginiamo e a ciò che percepiamo come a cose chiaramente differenziabili”, si asserisce nell’articolo. “Tuttavia, la nostra immaginazione di un suono o di una forma cambia il modo in cui percepiamo il mondo intorno a noi esattamente come se avessimo udito o visto realmente qualcosa.”

In questo studio i ricercatori hanno dimostrato l’esistenza di questo effetto nelle interazioni multisensoriali, quel fenomeno – pressoché onnipresente nelle nostre percezioni – per il quale le informazioni provenienti dai diversi sensi vengono integrate per darci un quadro più preciso di ciò che ci sta di fronte.

Quando la fantasia altera la percezione

La ricerca è stata condotta modificando leggermente alcuni classici esperimenti per lo studio dell’influenza di una modalità percettiva su un’altra, influenza che, com’è noto, può dare origine a vere e proprie illusioni, come quando abbiamo l’impressione che a parlare sia il pupazzo che muove la bocca e non il ventriloquo che tiene la bocca chiusa.

Così, mentre in un classico esperimento sull’interazione fra modalità sensoriali diverse vengono mostrate su uno schermo due sfere colorate che si muovono in direzioni opposte, per far udire ai soggetti un suono appena prima, durante o subito dopo l’incontro delle sfere, in un loro esperimento ma Berger e Ehrsson hanno chiesto ai soggetti di immaginare solamente il suono. Successivamente veniva domandato loro di descrivere che cosa avevano visto sullo schermo.

E’ risultato che secondo il 60 per cento circa di quanti avevano immaginato il suono nell’istante dell’incontro, le due sfere si erano scontrate per poi rimbalzare nella direzione opposta, una percentuale quasi identica a quella che si ottiene somministrando realmente lo stimolo sonoro.

Lo scontro era visto anche da quasi il quaranta per cento, di quanti avevano dovuto immaginare il suono appena prima dell’incontro. Secondo la grande maggioranza delle persone che avevano immaginato il suono dopo l’incontro o alle quali era stato solo chiesto di osservare il monitor diceva invece che le sfere erano passate una dietro all’altra. Anche in tutti questi casi le percentuali corrispondevano perfettamente a quelle riscontrabili negli esperimenti in cui lo stimolo è reale e non immaginario.

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